INTERIM

INSTALLAZIONE

CJ 627 GC è la protagonista di Interim, la nuova installazione di Farmers of Future. Una Fiat Panda bianca al centro di uno spazio che sfida i confini tradizionali tra spettatore e artista, soggetto e oggetto, silenzio e rumore. Enfatizzando l’interazione e la tensione tra questi poli, invita a riflettere sulle interdipendenze che formano il tessuto stesso della percezione.

Negli anni 60, la Fiat segnò un momento cruciale in cui la cultura italiana entrò pienamente nel mercato eco- nomico globale. Piccola e accessibile, l’utilitaria divenne rapidamente un’icona culturale, incarnando lo spirito italiano dell’accessibilità e riflettendo un senso di inclusività e comodità moderna. Le piccole Fiat simboleggiavano per le masse la possibilità di accedere ad un mondo sempre più veloce, sposan- do i nuovi paradigmi culturali dell’individualismo e del consumismo di massa.

In particolare, la Fiat Panda degli anni 80 rappresenta una macchina ponte tra gli anni della prima moderniz- zazione e oggi, una macchina che anche le nuove generazioni hanno conosciuto.

A 44 anni dal suo lancio, il sogno che l’automobile rappresentava si è infranto, passando da simbolo di pro- gresso tecnologico a nostalgico ricordo di un’epoca passata. Con l’inasprirsi delle normative sulle emissioni e le restrizioni urbane sui modelli più vecchi, oggetti come CJ 627 GC rappresentano oggi una visione superata di modernità.

Farmers of Future (FOF) ha popolato l’automobile con un misto di organismi viventi e simboli legati alla cultu- ra cattolica: un incontro tra presente, passato e futuro intrecciati in un unico ibrido, piuttosto che temporalità separate. I muschi, le muffe, le piante, i rosari e i santini affollano il dentro e il fuori dell’abitacolo. La loro in- terazione rappresenta, per noi, la metafora che decostruisce le ideologie capitalistiche che osservano il mondo attraverso binari. Dunque, l’installazione reimmagina l’automobile in una nuova e radicale veste: un’ entità queer, un ibrido polisemantico.

Intorno all’automobile, un’installazione sonora interattiva crea un ecosistema che invita il pubblico a coesistere in un happening performativo dove Panda, pubblico, artisti e curatori si trasformano in un incontro orizzontale di forme viventi, sonore e performative.

La stessa automobile, oggetto industriale e soggetto artistico, diventa il fulcro di un microcosmo in cui svanisce la chiara separazione tra umano e non-umano. Gli oggetti-soggetti presenti si trasformano in elementi fondamentali di una cornice dinamica di relazioni che muta continuamente ruoli e significati. Interim rappresenta in scala l’idea di una società che non esiste come entità fissa, ma come matrice sofisticata, costantemente rimodellata da nuove connessioni e interazioni.

CJ 627 GC ibridata da elementi vegetali vitali e in decomposizione rappresenta, infine, un esercizio di “responseability”: la capacità, come esseri umani, di rispondere al presente, esplorando modi e gesti che rendano tutti agenti.

La nuova proposta creativa di Farmers of Future si presenta così come una riflessione sui meccanismi economici, sociali e culturali del nostro paese, e la necessità, attraverso il “simbolo Panda”, di opporsi ai comportamenti che ingabbiano gli individui, entità, temporalità o oggetti in movimenti stereotipati e azioni imposte per avviare nuovi percorsi di coesistenza e nuovi sistemi di valori.

ARTISTI

Marianna di Majo Norante

Grafiche:Gioielli di Familia

Marianna è un’artista emergente multidisciplinare con focus su video arte, installazioni video e per- formance. Nata e cresciuta a Roma, si è formata a Londra e Berlino. Ora sta cercando di farsi strada nel panorama artistico italiano.

In un luogo inesistente, una creatura vaga in cerca di una pelle che le si adatti. L’artista si confronta con crisalidi deformi che non riesce a indossare, premen- do il suo corpo contro manichini di gesso che non accolgono la sua forma. Alla fine, sopraffatta dalla frustrazione, distrugge le crisalidi in un atto libera- torio. La performance indaga il disagio di un’identità fissa, imposta da sé stessi o dal mondo, e invita a rinunciare a una forma immutabile per abbracciare il movimento e la trasformazione. “Unaforma” si intreccia perfettamente con il concept di “Interim”, condividendone i temi di ibridazione, fluidità e movimento. Entrambi celebrano l’interazio- ne dinamica tra forme e significati, contrapponendosi a strutture statiche e definite, in favore di una conti- nua trasformazione.

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Marianna is an emerging multidisciplinary artist focusing on video art, video installations, and performance. Born and raised in Rome, she trained in London and Berlin. She is now striving to make her mark on the Italian art scene.

In a nonexistent place, a creature wanders in search of a skin that fits. The artist grapples with deformed chrysalises that she cannot wear, pressing her body against plaster mannequins that fail to accommodate her shape. Eventually, overwhelmed by frustration, she destroys the chrysalises in a liberating act. The performance explores the discomfort of a fixed identity, whether self-imposed or dictated by the world, and invites the audience to abandon rigid forms in favor of movement and transformation. “Unaforma” seamlessly intertwines with the concept of “Interim,” sharing themes of hybridization, fluidity, and movement. Both celebrate the dynamic interaction between forms and meanings, opposing static, predefined structures in favor of continuous transformation.

Alberto Boni

Grafiche:Gioielli di Familia

Alberto Boni presenta una performance che fonde suoni eterei e deconstructed, dove la sua voce, impalpabile e sospesa, si intreccia con i movimenti del corpo e un’installazione scenica che domina il palco.

Plasmato dall’educazione dell’artista in una piccola città italiana di provincia, dove le rigide norme sociali e le aspettative familiari imponevano strutture limitanti, il suo lavoro si impegna in un’interrogazione critica di questi vincoli, sezionando e reimmaginando le strutture dell’identità e del conformismo. Questo processo decostruttivo è parallelo al suo approccio musicale: smontando e ricostruendo elementi tratti dalle sue influenze nei generi post-punk, uplifting trance e ambient, l’artista compone paesaggi sonori che riflettono la dissoluzione e la riformazione dell’identità personale.

Al centro della sua performance si trova un’installazione meticolosamente realizzata che non solo supporta i suoi sintetizzatori e strumenti, ma funziona anche come elemento narrativo cruciale, un’estensione della sua indagine artistica fisica e concettuale.

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Alberto Boni presents a performance that blends ethereal and deconstructed sounds, where his impalpable and suspended voice is intertwined with body movements and an installation that dominates the stage. Shaped by the artist’s upbringing in a small, provincial Italian town, where rigid societal norms and family expectations imposed limiting structures, his work engages in a critical interrogation of these constraints, dissecting and reimagining the frameworks of identity and conformity.

This deconstructive process parallels his musical approach: by dismantling and reconstructing elements drawn from his influences in post-punk, uplifting trance, and ambient genres, the artist composes sonic landscapes that reflect the dissolution and reformation of personal identity. At the heart of his performance lies a meticulously crafted installation that not only supports his synthesizers and instruments but also functions as a crucial narrative element—an extension of his physical and conceptual artistic inquiry.

CHARLES JIMENEZ

Grafiche:Gioielli di Familia

Sono un* Creative Director e Artist-Filmmaker con base a Londra. Il mio lavoro esplora le dimensioni ludiche ed enigmatiche dell’esistenza, ispirandosi alla fenomenologia e al post-umanesimo. Attraverso film e performance, creo intersezioni tra corpo e mitologia, dando vita a spettacoli surreali che avviano dialoghi intimi sulle complessità di genere e identità. Il mio lavoro invita il pubblico in uno spazio contemplativo, in cui i confini tra realtà e mito si dissolvono, rivelando la profonda interconnessione tra il nostro subconscio e l’esperienza.

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I am a Creative Director and Artist-Filmmaker based in London. My work explores the playful and enigmatic dimensions of existence, inspired by phenomenology and post-humanism.Through films and performances, I craft intersections between body and mythology, creating surreal spectacles that initiate intimate dialogues on the complexities of gender and identity. My work invites audiences into a contemplative space where the boundaries between reality and the myth dissolve, uncovering the profound interconnectedness of our subconscious and experience.

Manifesto Disappunto

Manifesto Disappunto è un impulso ribelle che viene dai margini della metropoli, la reazione spontanea a un presente individualista che dirompe rumorosamente creando spazi sonici collettivi dove la musica genera comunità. Co-fondatrice e resident DJ del collettivo bolognese Mentalità e resident DJ del party romano Amen, Manifesto Disappunto è parte di due tra le crew più iconiche del panorama underground italiano che mettono in connessione realtà locali con la scena elettronica internazionale. Cresciuta tra i suoni underground della periferia romana, il suo sound unisce le radici della bass music alle sue evoluzioni sonore nel cyberspazio, intrecciando bassi ipnotici, ritmi spezzati, suoni decostruiti e glitch in un flusso ostinato e seducente.

Manifesto Disappunto is a rebellious impulse that emerges from the urban outskirts, the spontaneous reaction to an individualistic society which noisily bursts out creating collective sonic spaces where music generates community. Co-founder and resident DJ of the Bologna collective Mentalità and resident DJ of the Roman party Amen, Manifesto Disappunto is part of two of the most iconic crews of the Italian underground scene which bond local realities to the international electronic scene. Raised among the underground sounds of the Roman suburbs, her sound combines the roots of bass music with its cyber evolutions, intertwining hypnotic bass, broken rhythms, glitchy and deconstructed sounds into an obstinate and seductive flow.